Le ragioni del bene

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Il bene ha le sue ragioni che il senso comune non considera. Perché il bene non si impone: non fa rumore, non fa notizia, non batte i pugni e non manifesta suonando tamburi. Il bene è delicato, pulito, umile, silenzioso. Come la luce, esso raggiunge ogni spazio aperto, attraversa ogni fessura in cui un ostacolo non si frapponga. Tocca ogni cosa senza sporcarsi e ne mostra la verità. Il bene porta pace, incanto, calore e vita. Si moltiplica senza perdersi. Tuttavia, come la fiamma di una candela, basta un soffio a spegnerlo. Il bene è fragile. Patisce violenza, prepotenza, sopruso e ingiustizia. Ma sono soprattutto la fretta e la menzogna, l’agitazione e la distorsione del vero ad ammalarlo, ad arrugginirlo, ad intossicarlo. Perché il bene è lento nel suo compiersi e si alimenta di senso del dovere, non di emozioni.

Il bene agisce nella profondità dei cuori. Mette radici nell’intimo: nelle storie, nelle relazioni, nella libertà e nei pensieri. Offre un pavimento alle decisioni, un orizzonte alle speranze, ali all’impegno. È per questo che sbaglierebbe chi pensasse che il bene è debole. Certo: sembra che sfiguri di fronte alle ragioni di questo mondo, di fronte all’economia, alla ragioni di stato, agli eserciti e alla tecnologia. Ma il bene porta in sé qualcosa di sconvolgente che tutto il resto non ha: il bene costruisce. Muove a piccoli passi, ma con la forza della vita. Il bene sogna, progetta, edifica. Monta, modella, plasma e forgia, e lo fa con sorriso, suscitando stupore e meraviglia, timore e gioia. Il suo è un fare continuo, operoso, mai vano o vuoto, mai scostante o capriccioso. Vede capacità dove il senso comune vede solo scarti. Scorge opportunità dove tutto dice macerie. Il bene rende nuove tutte le cose. Riaccende, rianima. Dipinge e fa esistere l’inedito, l’inatteso, l’insperato. Il bene è creativo: genera, inventa, guizza verso strade inesplorate, tenta soluzioni mai pensate prima. Riconosce talenti e sa persino suscitarli. Lo fa per attrazione. La bellezza di cui trabocca, infatti, sprona, mobilita ogni risorsa, palese o nascosta. Infonde armonia, componendo diversità. Vive di colori: trova un impiego per chiunque e ovunque. Il bene è inclusivo: crea amicizia, vicinanza, condivisione, solidarietà, partecipazione. Innesca processi, accende moti che provocano cambiamenti e che rendono felici.

Sia chiaro: il bene non vede tutto rosa. Esso vive di verità, e la verità è spesso amara. Ma anziché cercare inutili vendette, alimentando polemiche che sembrano sceneggiate, anziché gridare come un pigro spettatore, il bene interviene, programma, si rimbocca le maniche e si dà da fare, si lancia a compiere ciò che qui in questo momento si può e si deve fare. Riconosce con umiltà quello che è possibile e lo fa. E non si stanca: la positività di ciò che compie alimenta la sua tenacia. E infonde coraggio, spazzando via paure e fatiche: il bene rende potenti i deboli. È per questo che raccoglie sfide impossibili. E le vince. Ciò che lambisce, il bene trasforma. Esso guarisce, dona vita e risana. Ma soprattutto, sopra ogni altra cosa, il bene eleva e nobilita. Infonde dignità, robustezza, maturità, spirito di sacrificio e carattere. Rende grandi, non grossi: da racconti di eroi.  Non si accontenta del poco, non si lascia ridurre al gretto, rifugge ciò che è meschino. La grande causa, il grande impegno, la grande visione: questo cerca il bene. E se chiede fatica, produce orgoglio. Il bene invita a vivere salendo. Per raggiungere la pienezza di ciò che è santo, giusto e meraviglioso.

C’è un particolare in tutto questo discorso a cui si fa spesso poca attenzione: è Dio il Bene. Proprio Dio. Il Dio Padre di Gesù, creatore e Signore del cielo e della terra e che ha mandato il suo Figlio unigenito come nostro salvatore. Non viene voglia ogni tanto di guardare il cielo e di riscaldarsi alla sua luce?

 

don Fabrizio Ferrero