Il segno della nascita dell’emmanuele – Is 7,10-14; 8,10c

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Is 7,10-14; 8,10c

In quei giorni, il Signore parlò ad Acaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall’alto». Ma Acaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore». Allora Isaìa disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele, perché Dio è con noi».


Il brano appartiene alla predicazione di quel profeta Isaia che vive nel regno di Giuda intorno alla seconda metà dell’VIII sec. a.C., e i cui oracoli sono contenuti nei primi 39 capitoli dell’omonimo libro.

Per comprendere la profezia, occorre richiamare alcuni fatti.

Dopo la morte di Salomone il regno di Israele si era diviso. La secessione di alcune tribù aveva dato origine a due distinte formazioni politiche: al nord il regno di Israele (con capitale Samaria) e al sud il regno di Giuda (con capitale Gerusalemme). A considerarle anche solo dal punto di vista geografico, le due realtà erano molto diverse: la prima poteva contare su una maggiore estensione, ampie pianure e soprattutto sul dominio della strategica ‘via del mare’ tra l’Egitto e la Siria; la seconda, invece, risultava ridotta, montuosa, economicamente povera e isolata sul piano internazionale. Non stupisce quindi che il regno del nord abbia goduto di una prosperità maggiore rispetto a quello del sud, ma sia anche crollato prima davanti alle mire di grandi imperi. L’occasione fu la cosiddetta guerra siro-efraimita.

Nel 745 a.C. era salito al trono dell’Assiria Tiglat-Pileser III che aveva iniziato una politica espansionistica aggressiva nei confronti dei popoli del medio oriente, proseguita dai suoi successori. Nel tentativo disperato di fermarne l’avanzata, Rezin di Damasco e Pekach di Israele avevano tentato di dar vita ad una coalizione, volendo che ne facesse parte anche Acaz di Giuda. Questi era stato preso dal panico, stretto a dover scegliere tra due pericoli: uno vicino costituito dall’opprimente regno del nord e uno lontano (ma più grave) rappresentato dalla spietata avanzata assira.

Dopo un’iniziale indecisione e contro gli oracoli di Isaia, Acaz decise di prevenire gli eventi e chiese aiuto a Tiglat-Pileser III. Questi conquistò Damasco, stroncò la ribellione e pose nel regno del nord (Israele) un re di proprio gradimento e ridusse di fatto il regno del sud (Giuda) in vassallaggio. Per la cronaca, il regno del nord cadrà definitivamente nel 722 a.C., con la deportazione delle sue classi dirigenti. Il regno del sud resisterà fino al 586 a.C. quando dovrà soccombere all’avanzata di nuovi dominatori, i Babilonesi.

È proprio nel contesto dell’indecisione di Acaz re di Giuda che si inserisce la profezia della nascita di un figlio come segno della presenza di Dio in mezzo al suo popolo. Il suo nome Emmanu-el (Dio è con noi) è profetico e annuncia che Dio sta per benedire e proteggere il regno.

La profezia avrebbe potuto parlare di Ezechia, successore di Acaz, ma inviterà a guardare oltre. Questo figlio prenderà nel tempo, infatti, i contorni del Messia andando a definire meglio le profezie sul futuro re, discendente di Davide, mediante il quale Dio darà salvezza al suo popolo. Gli evangelisti vi vedranno annunciata la nascita di Gesù.

Può accompagnare la preghiera un solo pensiero: Dio si rivela nella storia, e nella storia agisce. Credere non significa avere opinioni sulla razionalità dell’essere ma coltivare la fiducia in un Dio che è persona, un Tu che ascolta, vive e si prende cura. La preghiera non è esercizio intellettuale ma confidenza e affidamento. Non è estraniazione dalla realtà ma realtà portata davanti alla luce del bene dell’Amore. Queste pagine di storia aiutano a comprendere la realtà dell’incarnazione di Gesù. E ponendone le basi, permettono anche di capire come in un atto di amore eterno le nostre vite sono ormai nascoste con Cristo in Dio (Col 3,1-17).

d. Fabrizio

2 comments

  1. Grazie don Fabrizio.
    Continua a spiegarci le scritture e prega per noi perché impariamo ogni giorno
    di più a conoscere e amare Gesù affidandoci a Lui e a chi ci ha posto vicino.
    Noi preghiamo anche per te. Buona giornata.

  2. In questo periodo ognuno di noi sembra essere come il re Acaz spaventati nel decidere con che Dio stare,.Basterebbe l ‘affidamento totale a Dio come il Si di Maria .Semplicemente come l’affidamento o l’amore di un bimbo verso genitore ,,lui sa che il genitore provvederà a tutto,senza chiedersi il come ,il quando..La più bella preghiera che ognuno di noi può offrire a Dio.

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